domenica 3 febbraio 2013

#propostasciocc. Non gli crederà nessuno?


L’ultima volta pareggiò le elezioni promettendo l’abolizione dell’ICI, stavolta rilancia, e arriva alla restituzione dell’IMU già pagata.
L’ultima volta dissero tutti che era una follia, e in effetti tale si dimostrò, stavolta tutti ripetono lo stesso, e chissà che non siano più convincenti.
Rimane però nell’aria un dubbio che sembra figlio di un’allucinazione: perchè non dovrebbero credergli?
Troppo sputtanato dicono, non ha mai mantenuto una promessa, è un truffatore manifesto.
Tutto vero, e sei quasi tentato di pensare che gli italiani in fondo l’avranno capita, anche se poi guardi i sondaggi e non dicono proprio questo.
Allora ripensi a questo inizio di campagna elettorale.
Ieri un tale ha raccolto una piccola folla sotto la pioggia battente a Bologna, la rossa, la colta, la civile Bologna, e fra un tripudio di grida e applausi ha chiamato i terroristi a bombardare il Parlamento italiano. E’ il leader del terzo partito italiano e promette, tra l’altro, di dare 1000 euro ad ogni disoccupato trovando i soldi nelle tasche di 1000 parlamentari.
Un altro si candida a Presidente della più ricca, europea e popolosa regione italiana, pare con sufficienti probabilità di successo. Era ministro dell’interno mentre il tesoriere del suo partito riciclava denaro pubblico in Tanzania e il figlio del boss inventava diplomi all’estero. Tra le altre cose, promette da trent’anni la secessione del Nord, e giura che questa sarà la volta buona.
Su altre sponde troviamo un magistrato che è riuscito nell’impresa di mettere in cassaforte le conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica, lasciare la magistratura italiana per quella guatemalteca, tornare e candidarsi a leader di un assemblaggio provvisorio di comunisti di varia estrazione, ambientalisti quasi estinti, giustizialisti della prima e dell’ultima ora, frammenti di società civile. Tutto in tre mesi, e pare che per qualcuno questa sia l’ultima speranza della sinistra italiana.
Resta qualcuno?
A pensarci bene si. Uno è il Presidente del Consiglio in carica e guida una coalizione di ispirazione cattolica e liberale. Ha governato un anno, con l’obiettivo di stabilizzare i conti pubblici e uscire dalla tempesta finanziaria. Ha ottenuto qualche risultato, scaricandone tutti i costi sui ceti medio e medio-basso. Ora vorrebbe fare di più in quella direzione.
L’altra è la coalizione di centrosinistra. Ne fanno parte un partito grande e incerto e uno molto più piccolo, senza dubbio di sinistra. Dicono tutti che vincerà e lo dicono da tempo. Ha un leader scelto da milioni di persone con le primarie, candidati selezionati con lo stesso metodo, un programma chiaro e semplice, relazioni, esperienza e carica di cambiamento.
Vi aspettate che il vero scontro elettorale sia tra questi ultimi due? Sono d’accordo, se non fosse che ogni giorno apro il giornale e scopro che tra questi due dovrebbe esserci un imprecisato accordo.
Questo è il quadro. Quindi siamo sicuri che non gli crederà nessuno?

PS: quel partito di sinistra nella coalizione di centrosinistra si chiama SEL. Molti ne parlano e tutti lo attaccano, perchè è la scheggia sana che può bloccare nel punto corretto questa scena impazzita. Vale la pena pensarci.

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