lunedì 7 maggio 2012

Dalla Francia alla Grecia una buona giornata


In Europa vincono le sinistre, sono sconfitti i liberisti, avanza quella che in Italia è definita antipolitica e altrove più propriamente estrema destra.
Le sinistre che vincono sono quelle che interpretano il bisogno di cambiamento dei popoli del continente, bruciano alle loro spalle i ponti di vie più o meno terze, recuperano la parola socialista nel suo significato profondo e la restituiscono a una vita diversa dal simulacro in cui era stata sepolta negli anni ’90 e ’00.
Sono le sinistre che sanno recuperare il connubio fra libertà e uguaglianza degli individui e solidarietà sociale che sta alla base del patto sociale europeo, che parlano senza timidezze di progressività fiscale e diritti civili, che mettono l’occupazione al centro delle dinamiche economiche.
Sono le sinistre che non hanno alcun dubbio sul processo di integrazione europea,ma sanno che nulla è più antieuropeista delle politiche di rigore, della Merkel e della BCE.
I liberisti sono sconfitti perchè letteralmente incompatibili con la democrazia, a meno che con questa non si voglia intendere la libertà di scegliere con quale arma essere suicidati.
Hanno governato per un trentennio, piazzato mine in ogni angolo del globo e acceso la miccia. 
Oggi vorrebbero spegnere il fuoco con la benzina, e contano di farlo commissariando governi e parlamenti. Purtroppo per loro pare che, con l’eccezione dell’Italia, il gioco stia finendo, e stia finendo con un cartellino rosso.
A destra premono infatti nuovi protagonisti, che hanno la loro bandiera in un neo-nazionalismo che nega alla radice ogni ipotesi di federalismo europeo, che sogna il ritorno alla Patria, alle sacre frontiere, all’identità fra Stato e Nazione.
Non è folklore, ma la più seria alternativa che la democrazia possa oggi offrire ad un progetto che si proponga invece di costruire gli Stati Uniti d’Europa sulla base di un patto sociale nuovamente fondato sulla piena occupazione e sul welfare.
E’ infatti chiaro a tutti che l’attuale impostazione delle politiche economiche e monetarie continentali è insostenibile sul breve, medio e lungo periodo, perlomeno nell’attuale quadro istituzionale della UE.
Il governo tedesco, che se ne fa alfiere, agisce sempre più scopertamente per interessi nazionali, alimentando in questo modo l’altrui nazionalismo, e sembra ripetere il tragico errore della Francia con i debiti di guerra della Germania dopo il primo conflitto mondiale.
Tenere ferme posizioni di principio e piccoli calcoli utilitaristici, senza comprendere che così facendo si alimentavano i peggiori demoni del sottosuolo continentale.
Ma oggi Francia e Grecia ci dicono che quei fantasmi tornano ad affiorare, eppure è alla sinistra che tocca il primo colpo. 
Hollande ha una grande responsabilità e per questo non può essere lasciato solo, nemmeno per un istante più del necessario.
Da domani è di questo che dovrà parlare la sinistra italiana.
Anche e soprattutto quella che, in quanto a socialisti, ha scambiato la Grecia per la Francia.

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