mercoledì 24 ottobre 2012

Cosa vuole Matteo Renzi?


Cosa voglia Matteo Renzi da queste primarie non è chiaro.
Non parla di programmi, se non per allusioni e slogan, che valgono quanto le scritte sui palloncini pubblicitari.
Non si interessa di alleanze, non perchè riconosca un qualche valore a quelle già sottoscritte, ma perchè ha riscoperto d’un tratto il PD autosufficiente di veltroniana memoria, che è come dire il nulla.
Non si riconosce nelle regole, belle o brutte che siano, di un gioco a cui ha tanto desiderato partecipare da imporre una deroga ad personam allo statuto del suo partito.
Pretende confronti pubblici con Bersani, ma si rifiuta di partecipare a dibattiti con altri concorrenti, come a difendere una rendita di posizione da sfidante ufficiale gentilmente offertagli dalla grande stampa nazionale.
Ha parlato per un anno di rottamazione, solo di rottamazione e nient’altro che di rottamazione, salvo poi chiarire che si trattava di un espediente bieco, truce e volgare, e che nell’Italia delle mille gerontocrazie Veltroni e D’Alema potevano bastare.
E’ andato ad Arcore, perchè si deve parlare con tutti, e poi dai Finanzieri, perchè la politica non deve averne paura, e verrebbe da dargli ragione, se in entrambi i casi non l’avesse fatto a porte chiuse e finestre sigillate.
Gira l’Italia in camper, come un Grillo qualsiasi, ma non disdegna il jet, se si deve far presto, nè il Suv, se la schiena duole, ma di questo si potrebbe anche non parlare.
Ma rimane la domanda iniziale, ovvero perchè uno dovrebbe candidarsi ad una competizione di cui non condivide le regole, con una compagnia che non gradisce, sottraendosi ad ogni momento di confronto pubblico, e riportando indietro di vent’anni forma e sostanza del dibattito politico, quando invece il centrosinistra italiano avrebbe l’impellente necessità di restare ben agganciato al treno delle socialdemocrazie europee?
Si risponderà che è per smania di protagonismo, perchè l’occasione del momento è tale da sollecitare ogni ambizione, perchè il PD è nato male e quindi qualcosa deve sempre andare storto.
Oppure che in questo paese la paura che alcuni hanno della sinistra è tale da giustificare anche l’invasione di campo se la partita sembra persa, e se tutto finirà in malora tanto meglio, che un Monti alla bisogna non è mai stato difficile trovarlo e tanto meno lo sarà oggi che ha già finito il riscaldamento.
Renzi, che come Grillo propone a tutti noi l’ennesima dose di autoassoluzione consolatoria, non vincerà le primarie, ma ha già fatto abbastanza, con la gentile collaborazione dei bersaniani militanti, per inquinarle e renderle impraticabili.
Ma abbiamo un mese di tempo per riprendercele e tutta l’intenzione di farlo.

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