sabato 14 aprile 2012

Settimana da panico. Ma parliamo di Vendola.


Si potrebbe parlare di un governo il cui manicheismo ideologico è sconfessato dai fatti giorno dopo giorno, con i dati economici che scolpiscono la manifesta assurdità di una politica di rigore in tempo di crisi, accelerando l’urgenza di un’alternativa.
Oppure della Lega e dei suoi intrecci, buoni per un b-movie di scarsa qualità, raccontati dai media come la lotta epica fra le scope di Bobo Maroni e le fatture del Cerchio Magico, quando invece dovrebbero essere prese per quello che sono, l’ultimo tentativo di restare a galla di un ceto politico miserabile, che ha sparso la nebbia dell’intolleranza per godere al suo riparo di privilegi piccoli e grandi.
Si potrebbe anche fare il passaggio successivo e analizzare la forza, quasi la violenza, della nuova tappa dell’attacco ai partiti, che andrebbero aiutati a salvarsi da se stessi da chiunque abbia a cuore la salute, se non la salvaguardia della democrazia, e che invece sono spinti giorno dopo giorno sulla strada di un patto faustiano che salva un ceto politico mummificato e replicante, in cambio dell’eutanasia della politica.
Mi interesserebbe anche chiedere a chi pensa che lo schema ABC sia una nuova, virtuosa forma di compromesso storico di leggere la rassegna stampa ravennate dell’ultima settimana, che ha visto tutto il centro-destra locale approfittare della tragica fine di un ragazzo tunisino, morto dopo aver forzato due posti di blocco per un proiettile sparato da un carabiniere, per rilanciare toni da crociata e da pogrom.
Invece a sinistra tocca sentirsi interrogare su Nichi Vendola e sulla catena di indagini che prova a stringerlo nella quarantena degli inquisiti, a colpire il simbolo della buona politica che si fa governo per alimentare il mantra del sono tutti uguali.
Invece no, non siamo tutti uguali.
Non lo siamo nemmeno nelle accuse, se è vero che mentre la Lombardia è decimata da inchieste che parlano di tangenti e sottrazione di denaro pubblico, Vendola è accusato di aver favorito nemmeno la nomina a primario del miglior medico in circolazione, ma la sua sola possibilità di partecipare ad un concorso. Cosa che qualcuno potrebbe scambiare per dovere di buon governo.
Non lo siamo perchè non gridiamo al complotto, ma al rispetto della magistratura, anche davanti al caso incredibile di indagine su un reato che si dichiara sin d’ora ipotizzabile solo in caso di sentenza sfavorevole alla Regione Puglia in una causa ancora pendente. Suona contorto, eppure ho semplificato.
Non lo siamo perchè, a proposito del rapporto fra partiti e denari, dimostriamo ogni giorno da anni come sia possibile fare politica con un grammo di finanziamenti pubblici, se si possiedono curiosità e passione, ma non ci uniamo per questo al coro di chi pensa che questa dovrebbe essere la regola, perchè misuriamo quotidianamente quanto sia difficile stare in campo senza alcuna risorsa, se l’ambizione è veramente quella di cambiare il paese, e non di esserne soltanto il sussurro critico e intermittente.
Poi rimane un problema enorme, che in questo paese sta diventando una metastasi, ed è la possibilità per la politica di assumersi liberamente responsabilità di scelta, sciolta non dal controllo di legalità, che sempre spetta alla magistratura, ma dal timor panico di un errore che possa dare appiglio ad un’inchiesta.
Perchè questo porta alla paralisi degli onesti, per i quali un avviso di garanzia è una condanna alla morte politica, e al volo libero dei corrotti, per i quali è invece una medaglia, nella consapevolezza che se in un piccolo errore si può cadere, tanto vale scegliere coscientemente un vero crimine.
Lo dico perchè nel leggere le imputazioni del caso Miulli, chiunque abbia un briciolo di esperienza amministrativa trema, rivedendo i tanti casi simili da lui stesso attraversati, ogni volta che si è chiamati a scegliere su contenziosi aperti.
Se siamo tutti uguali, se la Lombardia è come la Puglia, se un normale contenzioso amministrativo diventa un caso penale, al pari di ciò che penale è senza ombra di dubbio, se la stampa asseconda la discesa della notte che rende indistinguibili colori diversi, allora non sarà impossibile governare questo paese, e nemmeno urlare la propria opposizione.
Ma diventerà ancor più difficile cambiarlo.

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